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Malattie reumatiche e artrosi: quali le differenze
In Italia le malattie reumatiche colpiscono 5 milioni e mezzo di abitanti, cioè un decimo della popolazione. L’artrosi è di gran lunga l’affezione più frequente rappresentando da sola il 72.6% delle malattie reumatiche.
ARTROSI O OSTEOARTROSI
Il termine artrosi deriva dal greco ἄρϑρων (àrtron) che significa articolazione, con il suffisso -osi che sta per “processo degenerativo”. L’artrosi, nota anche come osteoartrosi o da alcuni chiamata impropriamente artrite, è quindi una malattia cronica degenerativa e ad evoluzione progressiva delle articolazioni, in buona sostanza è un’usura articolare che si perpetua nel tempo.
Colpisce più frequentemente le donne che gli uomini dopo i 55 anni quando si riscontra il maggior numero di casi di artrosi mentre prima, e soprattutto fino ai 45 anni, l’artrosi colpisce più frequentemente gli uomini. La precocità di insorgenza negli uomini può essere ricondotta all’attività lavorativa; nelle donne il più frequente riscontro dopo i 55 anni può invece dipendere da alterazioni del metabolismo osseo riconducibile a modificazioni ormonali post-menopausali.
Fattori di rischio per l’artrosi sono l’obesità, un precedente trauma e una storia familiare di artrosi.
L’artrosi è dunque una condizione patologica in cui la cartilagine articolare che ricopre le estremità delle ossa nelle articolazioni gradualmente sparisce ed una articolazione affetta da artrosi può essere dolorosa e infiammata. Senza cartilagine, le ossa, durante il movimento, sfregano direttamente l’una contro l’altra. Questo è ciò che provoca il dolore e l’infiammazione. Il dolore in genere è un dolore sordo che si sviluppa gradualmente nel tempo. Il dolore può essere più forte al mattino e alleviarsi durante la giornata con l’attività mentre un’attività vigorosa può causare il divampare di un dolore improvviso e violento.
L’artrosi può colpire qualsiasi articolazione del corpo, con sintomi che vanno da lievi a invalidanti.
Un’articolazione artrosica può irrigidirsi e diventare gonfia, può sembrare ingrandita o deforme. Spesso si può notare una o più protuberanze sull’articolazione malata. Se la flessione dell’articolazione diventa difficile, il movimento può risultare limitato. Frammenti liberi di cartilagine e altri tessuti all’interno dell’articolazione artrosica possono interferire con il corretto movimento dell’articolazione stessa. In questi casi l’articolazione malata si può anche bloccare all’improvviso. In altri casi può scricchiolare, si può avvertire un click, uno scatto oppure può provocare un rumore stridente (crepitìo). In altri casi l’articolazione artrosica può diventare debole e incurvata
Le articolazioni più frequentemente colpite dall’artrosi sono:
- colonna lombare: 33%
- colonna cervicale: 30%
- ginocchio: 27%
- anca: 25%
- mani: 11%
- piedi: 9%
- colonna dorsale: 0.9%
Anche se l’artrosi non può essere curata, la diagnosi precoce e il relativo trattamento può rallentarne la progressione, alleviare il dolore e ripristinare la funzione.
Artriti e malattie reumatiche
Le artriti e le altre malattie reumatiche, diversamente dall’artrosi, sono patologie caratterizzate dall’infiammazione di articolazioni, legamenti, tendini, ossa o muscoli e che in alcuni casi possono coinvolgere anche altri organi. Se non diagnosticate e curate precocemente possono portare alla perdita di funzionalità delle strutture infiammate.
Attualmente se ne conoscono più di cento; fra di esse sono incluse l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, la sclerodermia, le spondiloartropatie, la polimiosite e la dermatomiosite e la sindrome di Sjögren. Alcune sono classificate come malattie del tessuto connettivo (connettiviti), mentre altre ricadono fra le malattie infiammatorie articolari (artriti). Possono colpire a qualsiasi età, anche i bambini, e sono in genere più frequenti nelle donne.
Alla base delle malattie reumatiche c’è una combinazione di fattori genetici e ambientali. Anche se si può nascere con una predisposizione al loro sviluppo, in genere è necessario uno stimolo esterno perché inizino a manifestarsi i primi sintomi. Fra i fattori ambientali coinvolti nell’esordio delle malattie reumatiche sono inclusi i virus, come il virus di Epstein-Barr che sembra essere responsabile dell’esordio del lupus eritematoso sistemico. Inoltre la maggiore incidenza nella popolazione femminile ha portato a ipotizzare che anche gli ormoni possano giocare un ruolo nello sviluppo di queste patologie.
I sintomi più comuni delle malattie reumatiche dipendono dalla sede colpita. Per esempio possono manifestarsi con l’artrite (dolore, gonfiore e rigidità delle articolazioni colpite), sintomi da coinvolgimento degli organi interni (per esempio, difficoltà a respirare, incapacità a ingerire i cibi, insufficienza renale) e sintomi da infiammazione sistemica come febbre e stanchezza eccessiva.
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